Sandro Giacobbe, uno dei volti più riconoscibili della canzone d’autore italiana degli anni Settanta e Ottanta, è morto il 5 dicembre 2025 nella sua abitazione di Cogorno, nel Levante ligure, a 75 anni. Il cantautore genovese, nato il 14 dicembre 1949, avrebbe compiuto 76 anni pochi giorni dopo e da oltre un decennio era impegnato in una lunga e difficile battaglia contro un tumore alla prostata. La notizia della scomparsa è stata confermata da una fonte vicina alla famiglia e comunicata anche in televisione, suscitando cordoglio nel mondo della musica e tra i tanti appassionati che lo hanno seguito nel corso della sua carriera.
Gli inizi e l’affermazione negli anni ’70
Giacobbe muove i primi passi nella scena musicale ligure tra gli anni Sessanta e Settanta, formando un gruppo con alcuni amici e iniziando a esibirsi nei locali della zona. Il successo nazionale arriva presto grazie a una serie di brani che mettono al centro melodie romantiche e testi immediati, capaci di parlare al grande pubblico. In questo periodo pubblica singoli e album che consolidano la sua presenza nelle classifiche italiane, portandolo rapidamente a diventare uno dei cantautori più popolari della sua generazione.
Sanremo, “Gli occhi di tua madre” e i brani simbolo
Il 1976 rappresenta un anno decisivo per la carriera di Sandro Giacobbe: al Festival di Sanremo ottiene il terzo posto con “Gli occhi di tua madre”, canzone destinata a diventare il suo brano più celebre. Parallelamente, conquista il pubblico con altri successi come “Il giardino proibito”, “Signora mia” e “Il mio cielo, la mia anima”, che lo trasformano in una presenza costante in radio e in televisione. Negli anni successivi continua a frequentare il palco sanremese, tornando in gara nel 1983 con “Primavera” e nel 1990 con “Io vorrei”, confermando un legame duraturo con il Festival della canzone italiana.
Una carriera tra dischi, tournée e tv
Nel corso della sua attività artistica, Giacobbe pubblica dodici album in studio e numerosi singoli, mantenendo uno stile fedele alla tradizione melodica italiana. La sua musica resta molto programmata dalle radio dedicate ai classici, a testimonianza di un repertorio rimasto familiare a diverse generazioni di ascoltatori. Oltre ai dischi, prende parte a programmi televisivi e a importanti manifestazioni musicali, tra cui il Festival di Viña del Mar in Cile, dove nel 2003 raggiunge il secondo posto tra i Big con un brano inedito.
Il rapporto con la Nazionale Cantanti e la solidarietà
Parallelamente alla carriera discografica, Sandro Giacobbe lega il proprio nome alla Nazionale Italiana Cantanti, dove ricopre il ruolo di difensore centrale e in seguito anche quello di allenatore. Grazie a questo impegno partecipa a numerose partite di beneficenza e iniziative solidali, contribuendo a raccolte fondi destinate a progetti sociali e cause umanitarie. Negli ultimi anni, in particolare, si rende protagonista di azioni di sostegno a favore delle famiglie colpite dal crollo del ponte Morandi a Genova, rafforzando ulteriormente il legame con la sua città e con la Liguria.
La malattia, la famiglia e gli ultimi anni
Da oltre dieci anni Giacobbe conviveva con un tumore alla prostata, una malattia che negli ultimi tempi lo aveva costretto alla sedia a rotelle ma non gli aveva fatto abbandonare completamente la musica e gli impegni pubblici. Nel 2022 sposa Marina Peroni a San Salvatore di Cogorno e, in un’intervista televisiva del 2024, racconta la sua lunga battaglia con la malattia, mostrando grande determinazione e vicinanza alla famiglia. Il cantautore lascia la moglie e i figli Andrea e Alessandro, entrambi attivi tra sport e musica, mentre i funerali sono stati fissati per il 9 dicembre nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto a Chiavari, nel cuore del Tigullio.
Eredità artistica e legame con il pubblico
Le canzoni di Sandro Giacobbe continuano a essere trasmesse da emittenti radiofoniche dedicate ai grandi successi del passato, mantenendo vivo il ricordo della sua voce e delle sue melodie. Brani come “Gli occhi di tua madre”, “Signora mia” e “Il giardino proibito” sono spesso associati all’immaginario romantico della canzone italiana dei decenni scorsi, contribuendo a definire l’identità musicale di quegli anni. Il forte radicamento con Genova, il Tigullio e il mondo della solidarietà fa sì che la sua figura resti legata non solo alla discografia, ma anche a un rapporto diretto con le comunità che lo hanno accompagnato lungo tutta la sua vita.
