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Fedez replica: “Nessun attacco personale a Sinner, non lo conosco. Non paga le tasse qua”

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È una rima a far scattare il cortocircuito mediatico: “L’Italiano ha un nuovo idolo, si chiama Jannik Sinner, purosangue italiano con l’accento di Adolf Hitler”, scrive e recita Fedez nelle storie, accendendo un dibattito che scavalca i confini della musica e approda nell’arena pubblica italiana. L’anticipazione, cucita addosso a un brano che lega attualità e personaggi, arriva a ridosso del doppio appuntamento live al Forum di Assago del 19 e 20 settembre, dove il rapper promette di portare in scena quelle stesse barre.

La strofa che incendia

Nel testo il nome di Sinner compare accanto ad altri riferimenti forti, da Elly Schlein alla canonizzazione di Carlo Acutis, fino a una citazione sull’omicidio di Charlie Kirk, a comporre un mosaico di lampi provocatori in filigrana rap. La rima su Sinner gioca sul tema dell’italianità e dell’accento altoatesino, incrociando identità e percezioni popolari attorno al campione che ha riscritto le gerarchie del tennis tricolore.

La voce di Fedez alla radio

A La Zanzara, Fedez rivendica il registro dell’ironia e la funzione del rap come cronaca tagliente del presente, chiarendo che non c’è un attacco personale a Sinner ma una stoccata al fanatismo italico che trasforma gli idoli in totem. Dice di non conoscere il tennista e di non seguirlo, ma conferma che quel verso entrerà nella scaletta, come tassello di un racconto che vuole restare dentro il linguaggio del genere.

Monaco, tasse e diritto di parola

Il passaggio sulle tasse arriva puntuale: Fedez definisce Sinner “un grandissimo” che vive a Monaco, osservando che “non paga le tasse qua”, e ammette con sarcasmo che, potendo, lo farebbe anche lui, in un gioco di specchi tra coerenza personale e sistema fiscale. Da qui il ragionamento sulla legittimità di “pontificare” sull’Italia vivendo altrove, una linea che fa scivolare la conversazione dalla musica all’etica della partecipazione pubblica.

Assago chiama: tra palco e botteghino

Mentre la discussione esplode, i riflettori si spostano sui concerti di Assago: tra trailer e hype, spuntano le verifiche di Selvaggia Lucarelli sui presunti sold out, con l’osservazione che per la seconda data risultano ancora biglietti e che per la prima ne sarebbero comparsi circa 1.100 in rivendita su FanSALE. Nel mirino finisce anche la sparizione della visualizzazione “in pianta” su TicketOne per gli show di Fedez e l’assenza del banner di collegamento a FanSALE, dettagli che alimentano dubbi e discussioni sulla reale disponibilità dei posti.

Un caso che travolge la cronaca

Il Leone del tennis, ritratto come idolo nazionale, e il rapper che rilancia con l’iperbole costruiscono una sequenza narrativa che si consuma a colpi di strofe, interviste e screenshot dei circuiti di vendita. Sullo sfondo restano le date di Assago, dove l’annuncio delle “barre” dal vivo promette di riportare la polemica alla sua sorgente: la scena di un live rap, con i suoi codici, i suoi tempi e la sua grammatica d’urto.


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