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Baby Gang arrestato a Milano. Trovata pistola nell’hotel, scoppia l’inchiesta su traffico di armi e droga

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Il nuovo arresto del trapper

Doveva essere l’ennesima serata di musica e spettacolo, e invece per Baby Gang si è trasformata nell’ennesimo guaio con la giustizia. Il trapper, al secolo Zaccaria Mouhib, 24 anni, è stato fermato dai carabinieri in una camera d’hotel a Milano poche ore dopo aver calcato il palco insieme ad altri artisti. Nascosta dentro un porta-tovaglioli, gli agenti hanno trovato una pistola semiautomatica con la matricola abrasa e un caricatore pieno. Tanto è bastato per portarlo subito a San Vittore, dove ora si trova in attesa delle decisioni della magistratura.

Dalla musica ai guai giudiziari

Per chi segue la scena trap, Baby Gang non è un nome qualsiasi. Originario di Lecco, con milioni di visualizzazioni e singoli che hanno scalato le classifiche, ha costruito una carriera tra rime taglienti e racconti di strada. Ma insieme al successo è arrivata anche una lunga scia di problemi con la giustizia. Già condannato a quasi tre anni per la sparatoria del 2022 in corso Como, a Milano, l’artista era in libertà vigilata e affidato ai servizi sociali. Questa volta, però, la situazione rischia di essere ancora più pesante.

L’inchiesta dei carabinieri

L’arresto non è stato un episodio isolato. Da mesi la Procura di Lecco lavora su un’indagine che ruota attorno a traffici di armi clandestine e spaccio di cocaina. E proprio seguendo quella pista i militari sono arrivati anche a Mouhib. Durante le perquisizioni, nella sua casa di Calolziocorte sono saltate fuori altre due pistole, ben nascoste in un doppio fondo. Parallelamente sono finite in manette altre quattro persone, tutte legate a una famiglia di origine macedone attiva in Valsassina, accusata di gestire un giro di armi e droga che fruttava oltre 12mila euro al mese.

Armi vere nei videoclip

Un dettaglio che ha colpito gli inquirenti è l’utilizzo di armi autentiche nei videoclip musicali. Non semplici repliche sceniche, ma pistole e perfino un mitragliatore AK-47 ex-cecoslovacco, sequestrato durante l’indagine. Alcuni di questi video vedevano insieme Baby Gang e Simba La Rue, altro nome noto della trap finito già dietro le sbarre. Un confine sempre più sottile tra immagine artistica e realtà criminale, che per gli investigatori segna la pericolosità di questa nuova generazione di rapper.

Tra musica, immagine e realtà

La vicenda divide: da un lato chi vede in Baby Gang un simbolo del disagio giovanile raccontato senza filtri, dall’altro chi denuncia il rischio di esaltare modelli pericolosi. Quel che è certo è che l’arresto segna un nuovo capitolo difficile per il trapper, ora chiamato a rispondere di accuse pesantissime. Il suo futuro, sia artistico che personale, si gioca nelle aule di tribunale.


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